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D.M. 28/11/2006 n. 308-i suoli risultano generalmente contaminati da alluminio, arsenico, cadmio, ferro, manganese, mercurio, piombo e rame. Rilevante presenza di arsenico si evidenzia nelle aree vicino allo stabilimento. Nella subarea nord dello stesso, compresa tra i muri perimetrali ed il canale fognario sono state rinvenute porzioni terrose con ammassi di residui di produzione, quali pannelli di zolfo, anelli delle torri, possibili residui di biacche di piombo; - le acque superficiali e sotterranee evidenziano presenza di arsenico, cadmio, ferro, manganese, piombo, rame con contaminazione diffusa in falda; - le verifiche effettuate sugli intonaci e sugli elementi strutturali dei fabbricati industriali hanno altresì evidenziato contaminazione da arsenico e piombo in concentrazione apprezzabile. Sono in fase di attuazione sia le indagini del piano di caratterizzazione della parte a terra dell'area ex Sitoco, sia la caratterizzazione ambientale dell'area lagunare antistante lo stabilimento, preceden-temente approvati. In Conferenza di servizi decisoria ai sensi dell'art. 14 della legge n. 241/1990. Progetto di messa in sicurezza e/o bonifica Le operazioni di m.i.s.e. sul sito in esame constano sostanzialmente delle seguenti fasi operative: -rimozione ed avvio a trattamento/smaltimento dei rifiuti abbandonati; - realizzazione di sistemi che impediscano l'afflusso da monte delle acque meteoriche nell'area contaminata; -realizzazione di sistemi di intercettazione delle acque meteoriche dilavanti l'area in questione nonchè pompaggio di quelle di falda inquinate con idoneo trattamento depurativo delle stesse così da evitare la diffusione dell'inquinamento; -la contaminazione dell'area verso il lato laguna; -la rimozione dei sedimenti non appena saranno disponibili i dati sistematici relativi agli inquinanti rilevati. E' ancora da elaborare il progetto di bonifica. AREA DEL LITORALE VESUVIANO Comune - Località Aree del Litorale vesuviano. Tipologia dell'intervento Bonifica e ripristino ambientale di area industriale e dell'area marina antistante, bonifica di aree industriali dismesse. Perimetrazione Non è stato ancora definito il perimetro delle aree del Litorale vesuviano ai sensi dell'art. 1, comma 4 della legge 9 dicembre 1998 n. 426, e successive modificazioni. Principali caratteristiche ambientali Le aree del Litorale vesuviano comprendono in linea generale il territorio Sud del Vesuvio che è rappresentata dalla piana del Sarno. I sedimenti riferibili alla paleo-spiaggia di epoca romana si riscontrano a profondità di circa 3-4 m rispetto al livello medio del mare attuale. Durante l'Olocene la Piana ha subito una continua subsidenza compensata da un'attiva sedimentazione nell'area suddetta sono presenti attività di produzione di: -materiale ferroviario in aziende che hanno dismesso la loro produzione definitivamente intorno agli anni 1970; -cantieristica navale che ancora oggi rappresenta un'importante componente economica; -carta e cartoncini, sia da materia prima che da carta riciclata; -discariche di inerti, pericolosi e non pericolosi. Sul territorio sono presenti anche diverse attività artigianali alcune di rilevata importanza quali: lavorazioni di pelli e pellicce, lavorazione e trasformazione di stracci, lavorazione di seta e fettucce. Si segnala anche, nell'area la presenza di fonti di acque mineralibicarbonato- alcalino-ferrose, e di stabilimenti termali. PORTO TORRES Comune - Località Porto Torres. Tipologia dell'intervento Bonifica e ripristino ambientale dell'area industriale e dell'area marina antistante lo stabilimento industriale, bonifica di aree industriali dismesse. Perimetrazione All'interno del perimetro definito dal decreto del Ministero dell'ambiente del 26 febbraio 2003 sono presenti: - Polo Petrolchimico: stabilimento Syndial S.p.A., Sasol Italy S.p.A., EVC S.p.A., Turris Espansi, Turris PacK, Coseplast, Isoex, SarEuroplast, Officina meccanica Ormes; -Laterizi Torres della Sarda Laterizi; - Distoms S.r.l.; -Deposito costiero ENI S.p.A.; -Deposito costiero ESSO Italiana S.r.l.; -Deposito costiero Liquigas S.r.l.; -Ex Ferriere Sarde; . -Endesa S.p.A.; -Wanda (impianto itticultura dismesso); - Area marino costiera prospiciente il sito di bonifica di interesse nazionale di Porto Torres; L'area a terra interna alla perimetrazione occupa una superficie di circa 1830 ha nel territorio del comune Porto Torres (provincia di Sassari) ed è caratte rizzata dalla presenza di nuclei industriali di notevole entità, quali: 1) il polo petrolchimico: costituito da 19 unità (di cui alcune chiuse nel 1992) in cui si ha la produzione di cloro-soda, dicloroetano, VCM, PVC, polietilene, poliolefine, benzene, detergenti, derivati del carbone, fertilizzanti, cicloesano, ciclesanone, fenolo, rumene, solventi organici, acidi solforico, anidride italica. Lo stabilimento petrolchimico è nato agli inizi degli anni '60 ad opera della Sarda Industria Resine (S.I.R.) ed ha un'estensione complessiva pari a 1165. All'interno dello stabilimento, la società Syndial rappresenta la maggior presenza industriale, ma sono anche presenti attività gestite dalla EVC (Italia) S.p.A. e dalla Sasol S.p.A. (già Conda Augusta) ed operano inoltre autonomamente altre piccole realtà; 2) la centrale Endesa Italia di Fiume Santo: centrale termoelettrica in cui viene utilizzato come combustibile Orimulsion 400. All'interno dell'area sono presenti il Porto commerciale ed il Porto industriale di Porto Torres nonchè un'elevato numero di serbatoi di stoccaggio di materie prime e prodotti petroliferi. L'area marina perimetrata ha un'ampiezza complessiva pari a circa 2700 ha e si estende, fra la diga foranea del porto industriale e la foce del fiume Santo. Principali caratteristiche ambientali e situazione di inquinamento L'intera area perimetrata risulta fortemente antropizzata e le numerose attivi tà presenti comportano un notevole impatto su un territorio che si trova inserito in un contesto ambientale di notevole pregio come il Golfo dell'Asinara (area marina protetta). Sono presenti stabilimenti che producono DCE/CVM, PVC e prodotti chimici, depositi di prodotti petroliferi, discariche, aree con presenza di notevoli quantità di coperture in eternit, aree industriali dismesse, una centrale di produzione termoelettrica, l'area marina antistante il polo industriale. L'area di stabilimento è caratterizzata soprattutto da un inquinamento da composti organici, sia in fase disciolta che in galleggiamento, nelle acque di infiltrazione superficiale e in quelle dell'acquifero calcarenitico. All'interno dell'insediamento Syndial sono presenti numerosi impianti dismessi e, nel settore occidentale dello stabilimento, discariche controllate e non controllate. Nel sito Endesa Italia di Fiume Santo nel febbraio 2000 si è verificato il versamento accidentale di circa 700 m^3 di combustibile «Orimulsion» a seguito della rottura di una tubazione di ricircolo. L'area marina antistante il sito di Porto Torres presenta diversi gradi di compromissione in relazione alla vicinanza al porto industriale, alla città di Porto Torres ed alla foce del Rio Mannu. Iter istruttorio La Conferenza di servizi decisoria del 22 giugno 2004 ha deliberato di prendere atto delle Linee guida operative per la redazione, esecuzione e gestione dei Piani di caratterizzazione decreto ministeriale n. 471/1999 -Protocollo d'intesa per gli interventi di risanamento dei siti Enichem S.p.A. e Polimeri Europa S.r.l. in regione Sardegna, e loro revisione, trasmessi dalla regione autonoma della Sardegna. Piani di caratterizzazione La Conferenza di servizi decisoria del 22 giugno 2004 ha deliberato di approvare il Piano di caratterizzazione dell'area marino- costiera prospiciente il sito di bonifica di interesse nazionale di Porto Torres, trasmesso da ICRAM e ha ritenuto, inoltre, necessario che siano indagate nella prima fase di caratterizzazione le seguenti aree: area Polla, area Lagone, area di escavo dei fondali del Porto industriale e area adiacente Punta Minciaredda. Nella medesima Conferenza sono stati approvati con prescrizioni, il Piano di caratterizzazione delle aree Syndial all'interno dello stabilimento industriale di porto Torres e il Piano di caratterizzazione della Centrale Termoelettrica di Fiumesanto (Sassari) di proprietà Endesa Italia. Progetto di messa in sicurezza e/o bonifica La Conferenza di servizi decisoria del 22 giugno 2004 ha affrontato alcune situazioni di criticità ambientale rilevate presso lo Stabilimento Syndial, con particolare riferimento all'area denominata «Minciaredda» (Nord occidentale) e all'area del Petrolchimico (Nord orientale) richiedendo all'Azienda di adottare immediate misure di messa in sicurezza di emergenza. Nella medesima Conferenza ha deliberato di prendere atto dei documenti Caratterizzazione del sottosuolo, indagini a mare e Progetto preliminare degli interventi sul terreno contaminato a seguito della perdita di Orimulsion dal bacino di contenimento del serbatoio BM001A nell'area Endesa Italia. VAL BASENTO Comune - Località Ferrandina, Pisticci, Grottole, Miglionico, Pomarico e Salandra (Matera) . Tipologia dell'intervento Bonifica di aree industriali di tipo chimico ed aree produttive dimesse. Perimetrazione Il sito dell'area industriale della Val Basento è stato individuato quale intervento di bonifica di interesse nazionale dall'art. 14 della legge 31 luglio 2002 n. 179. Il perimetro del sito in oggetto comprende le aree potenzialmente inquinate di pertinenza dei comuni di Ferrandina e Pisticci già individuate dalla regione Basilicata nella nota del 3 ottobre 2002 prot. 20899/75B nonchè aree potenzialmente inquinate ricadenti nel territorio dei comuni di Grottole, Miglionico, Pomarico e Salandra, come riportato nel decreto di Perimetrazione del sito di interesse nazionale della Val Basento del 26 febbraio 2003 n. 642 del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio conseguentemente alle proposte inviate dalla regione Basilicata. L'area occupa una superficie di circa 34 kmq, parte di proprietà di soggetti privati ed include al suo interno tre insediamenti industriali (Salandra, Ferrandina e Pisticci), inframmezzati da aree a prevalente vocazione agricola. Sull'area insistono svariate attività produttive di tipo chimico, nonchè aree dismesse che furono in passato sede di produzione e manufatti in cementoamianto, e altre di produzione di metanolo. Principali caratteristiche ambientali Il sito racchiude un'area piuttosto ampia posizionata lungo l'asta fluviale del fiume Basento, orientata secondo l'asse nord-ovest/sud-est. La ricostruzione stratigrafica eseguita a seguito di sondaggi condotti fino ad una profondità di circa 15 m nell'area ha messo in luce la presenza di terreni di alluvioni fini recenti, quali sabbie medio-fini, limi ed argille limose, poggianti su alluvioni grossolane, quali ghiaie e ciottoli in matrice sabbiosa. A profondità maggiori si rinviene un complesso argilloso, nell'insieme impermeabile pur presentando fratture superficiali che localmente possono limitare tale caratteristica. La vicinanza del fiume Basento e il pericolo connesso alla possibile presenza di contaminazione nelle aree industriali attive e/o dimesse, portano a ritenere che il sito presenti caratteristiche di elevato rischio ambientale e sanitario. Costi di messa in sicurezza e/o bonifica A favore della regione Basilicata sono stati trasferiti fin dal giugno 2003 risorse pari a Euro 166.011,60, a valere dello stanziamento recato dalla legge 23 marzo 2001 n. 93, art. 20 per la realizzazione di una mappatura completa della presenza di amianto sul territorio nazionale e degli interventi di bonifica urgente. Inoltre limitatamente al territorio del comune di Ferrandina è stata assentita l'assegnazione di risorse finanziarie pari a Euro 500.000,00 a valere della citata legge 23 marzo 2001 n. 93, per il finanziamento degli interventi di bonifica di particolare urgenza dell'area dello stabilimento ex Materit, che produce manufatti contenenti amianto. Il 70% di dette risorse finanziarie, pari a Euro 350.000,00 è già stato trasferito al comune di Ferrandina. Piano di caratterizzazione E' stata eseguita la caratterizzazione dei suoli delle aree agricole a basso rischio di inquinamento incluse nel sito di interesse nazionale della Val Basento, dalla quale si è evidenziato che tutti i parametri analitici ricercati hanno una concentrazione inferiore alla concentrazione massima ammissibile riportata nel decreto ministeriale n. 471/1999 per suoli ad uso industriale. Viceversa, sono stati riscontrati alcuni superamenti della tabella relativa ai suoli ad uso verde/residenziale per i parametri cromo esavalente e mercurio. Per dette aree si procederà ad un'indagine integrativa per delimitare la contaminazione arealmente e in profondità. Inoltre, è stata condotta la caratterizzazione delle aree di pertinenza di numerose aziende private. Sono in corso di elaborazione i piani di caratterizzazione delle restanti aree ricadenti all'interno del sito. Progetto di messa in sicurezza e/o bonifica Sono in atto interventi di messa in sicurezza di emergenza della falda ad opera delle medesime aziende private. Inoltre, sono stati eseguiti i lavori di decommissioning dell'impianto di desolforazione della Centrale Gas Eni di Ferrandina ed, in seguito, è stato presentato il progetto preliminare di bonifica dell'intera area di proprietà della ditta medesima. TERRITORIO DEL BACINO DEL FIUME SACCO L'emergenza ambientale del territorio ricadente all'interno del bacino del fiume Sacco, che scorre attraverso le province di Roma e Frosinone, è dovuta alla presenza di isomeri di esaclorocicloesano che hanno contaminato l'argine fluviale. La contaminazione sarebbe dovuta alla percolazione dei suddetti agenti chimici situati nell'area del comune di Colleferro, occupata fino a trenta anni fa da un'industria chimica, e dove sono stati rinvenuti fusti interrati e scarti di lavorazioni. Si evidenzia che con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 19 maggio 2005 è stato dichiarato, fino al 30 aprile 2006, lo stato di emergenza socio-economico-ambientale nel territorio del bacino del fiume Sacco e con successiva ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri 10 giugno 2005 n. 3441, sono stati previsti interventi urgenti finalizzati al superamento della fase dell'emergenza nel territorio dei comuni di Colleferro, Segni e Gavignano della provincia di Roma, e dei comuni di Paliano, Anagni, Ferentino, Sgurgola, Morolo e Supino della provincia di Frosinone. Detto sito, è stato inserito tra i Siti di interesse nazionale da bonificare di competenza del Ministero dell'ambiente. In data 2 dicembre 2005, con la disposizione introdotta all'art. 11-quaterdecies, comma 15 della legge n. 248 - conversione, con modificazioni, del decreto-legge 30 settembre 2005 n. 203 - è avvenuto tale inserimento. Ora, sulla base delle attività già impostate dalla Struttura commissariale, che si riportano di seguito: perimetrazione provvisoria del sito che interessa ad oggi nove comuni (Colleferro, Segni e Gavignano nella provincia di Roma, e Paliano, Anagni, Ferentino, Sgurgola, Morolo e Supino, nella provincia di Frosinone); individuazione ed attivazione delle prime misure di messa in sicurezza d'emergenza per rifiuti, suoli e acque contaminati; individuazione ed attivazione delle indagini di caratterizzazione delle aree, pubbliche e private, al fine di definire l'estensione e la gravità della contaminazione; attivazione della sorveglianza sanitaria, epidemiologica e veterinaria; sarà da definire il perimetro del nuovo sito da bonificare di interesse nazionale, in accordo con tutti i comuni interessati ai sensi dell'art. 1, comma 4 della legge n. 426/1998. MILAZZO Comune - Località Milazzo, San Filippo del Mela, Pace del Mela (Messina) . Tipologia dell'intervento Bonifica e ripristino ambientale aree industriali, discariche, arenile ed area marina antistante. Perimetrazione Il sito preliminarmente individuato ai fini della futura perimetrazione è ubicato all'interno dell'area di sviluppo industriale di Milazzo e ricade nei territori dei comuni di Milazzo, San Filippo del Mela e Pace del Mela, (provincia di Messina), già dichiarati «area ad elevato rischio di crisi ambientale del comprensorio del Mela» ai sensi del decreto legislativo n. 112/1998. La zona attualmente individuata occupa una superficie di circa 500 ha, ed è delimitata dal Mare Tirreno a nord, dal territorio comunale di Milazzo ad ovest, dalla linea FFSS ed autostrada Messina Palermo a sud e dalla frazione Giammoro (Pace della Mela). All'interno del sito sono presenti, fra l'altro: Raffineria RAM; Centrale elettrica EDIPO WER (ex ENEL); Centrale elettrica Termica Milazzo (ex SONDEL); DUFERDOFIN Siderurgica profilati in ferro; ETS produzione apparecchiature elettriche; Stabilimento Messinambiente S.p.A.; Arenile e area marina antistante le aree industriali. L'arenile e l'area marina antistante hanno una superficie indicativa di circa 1000 ha. L'area della Raffineria RAM (joint venture al 50% tra Eni e Kuwait Petroleum Italia) ha una superficie di oltre duecento ettari ed è stata utilizzata a partire dagli anni sessanta per la raffinazione ed il deposito di prodotti petroliferi. La raffineria è autorizzata a lavorare oltre 20 milioni di ton/anno di olio grezzo e residui di varia provenienza. I prodotti greggi vengono ricevuti via mare e scaricati in serbatoi di stoccaggio. La maggior parte dei prodotti finiti vengono recapitati ai luoghi di destinazione via mare; parte di essi rifornisce la limitrofa centrale Edipower attraverso un oleodotto, mentre un'aliquota viene gestita attraverso autobotti. L'area della ex Centrale ENEL, ora EDIPOWER, con una superficie di circa ottanta ettari è stata utilizzata a partire dagli anni sessanta per la produzione di energia elettrica con utilizzo di olio combustibile denso. La centrale è composta da 6 unità di generazione, di cui 2 da 320 MW e 4 da 160 MW, per una potenza installata totale di 1.280 MW. Ogni sezione è composta da una caldaia con relativi ausiliari (ventilatori, bruciatori, riscaldatori d'aria, soffiatori, ecc.). L'area del deposito Messinambiente S.p.A., utilizzato per lo stoccaggio di elettrodomestici dismessi, è stato oggetto nello scorso luglio di un violento incendio che ha provocato la propagazione nell'atmosfera con successiva ricaduta al suolo di sostanze tossiche e nocive di cui appare necessario valutare l'entità e l'estensione nonchè gli eventuali effetti sulla commestibilità del- le culture ad uso alimentare presenti nell'area. Principali caratteristiche ambientali e situazione di inquinamento L'area in oggetto presenta una leggera e costante pendenza decrescente verso Nord, che nella toponomastica locale prende il nome di «Piana di Milazzo». Tale piana costiera è caratterizzata da un'ampiezza variabile tra 2 e 6 km ed ospita la maggior parte delle zone urbanizzate. Il piano campagna del settore occupato dagli impianti e dagli stoccaggi della Raffineria varia tra una quota di 1,00 e 1,50 m s.l.m. in prossimità della linea di costa e di 17,00 e 18,00 m s.l.m. nel settore più meridionale. A circa 15 km a Sud del sito in oggetto, vi è la catena dei Monti Peloritani, caratterizzata da una quota media di circa 500 m s.l.m. ed una quota massima di 1200 m s.l.m. Dal punto di vista idrologico la regione è caratterizzata dalla presenza delle «fiumare», corsi d'acqua a carattere torrentizio, i cui letti sono prevalentemente orientati secondo l'asse N-S, avendo origine dalla catena dei Monti Peloritani e convogliando le proprie acque nel Mar Tirreno. In particolare, si riconoscono 3 grandi bacini imbriferi, in ordine di importanza quello del Torrente Muto, quello del Torrente Corriolo (che attraversa la RAM) e quello del Torrente Mela. Le problematiche ambientali del sito possono essere ricondotte alla presenza localizzata di idrocarburi e metalli nei terreni e nelle acque sotterranee e ad inquinamento diffuso legato ad emissioni atmosferiche ed a fenomeni di combustione incontrollata di rifiuti contenenti fra l'altro materiali plastici (incendio Messinambiente). I principali fenomeni di degrado dell'ambiente marino sono dovuti all'inquinamento da petrolio, all'inquinamento termico e all'eutrofizzazione. Dovrà inoltre essere valutata la contaminazione dei sedimenti da metalli pesanti e da idrocarburi. Costi di messa in sicurezza e/o bonifica Le prime stime, effettuate sulla base dei dati preliminari di estensione e di tipologia di inquinamento, indicano un fabbisogno di larga massima per gli interventi più urgenti pari a circa 55 milioni di euro. Piani di caratterizzazione E' stato redatto e presentato alle amministrazioni locali interessate il piano di caratterizzazione dell'area della Centrale elettrica EDIPOWER, mentre è in corso di elaborazione quello relativo al l'area della Raffineria RAM. Sono da elaborare i piani di caratterizzazione relativi alle altre zone industriali e alle aree a mare. Progetti di messa in sicurezza e/o bonifica Da elaborare. BACINO IDROGRAFICO FIUME SARNO Comune – Località BACINO IDROGRAFICO FIUME SARNO Tipologia dell'intervento Interventi di messa in sicurezza, caratterizzazione, bonifica e ripristino ambientale dell'area. Perimetrazione Bacino idrografico del fiume Sarno e area marina antistante la foce. Principali caratteristiche ambientali e situazione di inquinamento Il fiume Sarno nasce a S. Maria la Foce da alcune sorgenti carsiche e raccoglie le acque di un vasto bacino idrografico che si estende per circa 500 km^2 su una piana di origine alluvionale e vulcanica. Il bacino è delimitato Nord Ovest dai versanti del complesso Somma-Vesuvio, a Sud-Est dal golfo di Napoli, a Sud dalla Penisola Sorrentina e dai Monti Lattari, a Nord e Nord-Est rispettivamente dai monti di Sarno e di Solfora. Nel corso medio, 3 km ad Ovest di S. Marzano, riceve le acque del torrente Cavaiola nel quale, a sua volta, confluisce il torrente Solforana. Nell'area sono presenti diverse attività produttive come concerie, industrie alimentari (lavorazione del pomodoro), industrie farmaceutiche e cantieristica navale. Inoltre vi è una diffusa presenza di «scarichi civili e/o misti» spesso non depurati. Studi pregressi sull'area testimoniano una condizione di elevata criticità ambientale sui sedimenti dell'alveo del fiume Sarno e dei suoi affluenti, le cui forti alterazioni sono causate principalmente dall'attività umana pregressa e/o attuale. I sedimenti del bacino del fiume Sarno presentano uno stato di contaminazione diffusa sia dal punto di vista microbiologico che chimico. Dal punto di vista chimico principalmente ad opera di Cromo, piombo, zinco, composti organoclorurati e idrocarburi pesanti, e in modo più puntiforme da parte di nichel, rame, diossine. Tra i composti organoclorurati riscontrati nei sedimenti si evidenzia la presenza significativa di Policlorobifenili (PCB) e di pesticidi, in particolare il p,p'-DDE è presente in maniera costante e diffusa in tutto il bacino. La distribuzione dei contaminanti nei sedimenti dell'area marina antistante la foce del Sarno risulta influenzata non solo dall'ubicazione delle fonti d'inquinamento ma anche dal regime idrodinamico dominante. Infatti le caratteristiche idrodinamiche determinano il trasposto della frazione fine dei sedimenti, e di conseguenza dei contaminanti, prevalentemente verso il settore nord occidentale dell'area. Da un punto di vista granulometrico, a differenza di quanto riscontrato nei tratti costieri limitrofi dove si evidenzia la tendenza ad un gradiente dimensionale dalla costa verso il largo (aumento della frazione fine verso il largo), è presente un accumulo di sedimenti fluvio-deltizi tipicamente siltosi, e quindi più fini, a profondità comprese tra i 30 e i 50 m. Tale accumulo di sedimenti influenza di conseguenza la distribuzione degli inquinanti. Nell'area marina antistante la foce del Sarno, si riscontra uno stato di contaminazione diffuso da cromo con concentrazioni massime nella zona antistante la foce del fiume Sarno, una contaminazione lieve da mercurio e zinco, e meno diffusa la contaminazione da rame e piombo. L'area risulta inoltre compromessa dal punto di vista microbiologico proprio a causa dell'apporto del Sarno. Costi di messa in sicurezza e/o bonifica In corso di definizione. Piani di caratterizzazione L'Autorità di bacino del Sarno ha realizzato uno studio preliminare per la caratterizzazione dei corpi idrici superficiali e sotterranei (AdB Sarno 2002). Nell'ambito di quanto previsto dall'OPCM 3270/2003 (Emergenza socio economico- ambientale del bacino idrografico del fiume Sarno) l'APAT ha realizzato il piano di caratterizzazione dei sedimenti del bacino del fiume Sarno Progetti di messa in sicurezza e/o di bonifica Da elaborare. SITO DELLE STRILLAIE (GROSSETO) Comune - Località Grosseto. Tipologia dell'intervento Interventi combinati di messa in sicurezza permanente e di rimozione e smaltimento dei rifiuti. Soggetto titolare/competente all'intervento Soggetto pubblico (Amministrazione comunale). Perimetrazione del sito Il Sito delle Strillaie è stato inserito tra i siti da bonificare di interesse nazionale con decreto legislativo n. 152/2006. Nel corso della Conferenza di servizi del 6 luglio 2006, presso il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, è stata acquisita una larga intesa da parte degli Enti locali per la perimetrazione, di conseguenza è stato predisposto il decreto ministeriale del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare per la predetta perimetrazione del Sito. Descrizione del sito L'area interessata, che ricade nel territorio comunale di Grosseto, ha superficie complessiva pari a circa 330.000 m^2, di cui circa 200.000 m^2 occupati da discarica autorizzata (oggi chiusa) e la restante porzione, che risulta di proprietà privata, utilizzata in passato per il conferimento di rifiuti urbani e successivamente riportata agli usi agricoli (Ambito |
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